Codice della strada : Art. 116 cds Recidiva nel biennio

14 Nov

Codice della strada : Art. 116 cds Recidiva nel biennio

Appare opportuno premettere che «In tema di guida senza patente, per l’integrazione della recidiva nel biennio idonea, ai sensi dell’art. 5 d.lgs. 5 gennaio 2016, n. 8, ad escludere il reato dall’area della depenalizzazione, non è sufficiente che sia intervenuta la mera contestazione dell’illecito depenalizzato ma è necessario che questo sia stato definitivamente accertato», così, ex plurimis, Sez. 4, n. 27398 del 06/04/2018, P.M. in proc. Dedominici, Rv. 273405). Ciò posto, essendo la recidiva nella struttura dell’illecito di cui all’art. 116 del d. Igs. 30 aprile 1992, n. 285, un elemento costitutivo del reato, l’onere della prova circa la definitività del precedente accertamento amministrativo è, come da regola generale, in capo al Pubblico Ministero, come peraltro già ritenuto, sempre in tema di guida senza patente, nella parte motiva di Sez. 4, n. 6163 del 24/10/2017, dep. 2018, P.M. in proc. Okere Onyewuchi, Rv. 272209 («In tema di guida senza patente, per l’integrazione della recidiva nel biennio idonea, ai sensi dell’art. 5 d.lgs. 5 gennaio 2016, n. 8, ad escludere il reato dall’area della depenalizzazione, non è sufficiente che sia intervenuta la mera contestazione dell’illecito depenalizzato ma è necessario che questo sia stato definitivamente accertato. (Fattispecie in cui la S. C. ha dichiarato l’inammissibilità, per carenza di interesse, del ricorso proposto dal procuratore generale avverso la sentenza di assoluzione per intervenuta depenalizzazione, non avendo il ricorrente dato dimostrazione che la violazione amministrativa, della cui sola contestazione si dava atto nell’imputazione, fosse stata definitivamente accertata)»): in tale pronunzia, infatti, si è fatta applicazione proprio del principio compendiato nel brocardo onus probandi incumbit ei qui dicit, respingendo il ricorso della Parte pubblica avverso sentenza liberatoria, poiché (come si legge alla p. 5, punto n. 2.2, del “considerato in diritto”) la «contestazione non fa menzione del definitivo accertamento della violazione amministrativa; sicchè il ricorrente [P.M.] avrebbe dovuto dare dimostrazione che questa era stata accertata in via definitiva».Non può seriamente dubitarsi che spetta all’Accusa dimostrare gli elementi costitutivi del reato (tra i numerosi esempi che si potrebbero fare di applicazione del richiamato principio, cfr., in tema di destinazione della droga allo spaccio, Sez. 6, n. 26738 del 18/09/2020, Canduci, Rv. 279614; Sez. 6, n. 19047 del 10/01/2013, P.G. in proc. Grillo, Rv. 255165; Sez. 4, n. 39262 del 25/09/2008, P.G. in proc. Brambati, Rv. 241468; Sez. 4, n. 36755 del 04/06/2004, Vidonis, Rv. 229685; Sez. 4, n. 1355 del 20/12/1995, dep. 1996, P.G. in proc. Valacchi, Rv. 204053; in tema di percepibilità dell’osceno per effetto della esposizione al pubblico delle pubblicazioni nel reato già previsto dall’art. 528 cod. pen. e ora depenalizzato ex art. 2, comma 2, lett. a, del d. Igs. 15 gennaio 2016, n. 8, v. Sez. 3, n. 34417 del 06/07/2005, Furnari, Rv. 232486). Sez. QUARTA PENALE, Sentenza n.44905 del 08/11/2023 (ECLI:IT:CASS:2023:44905PEN), udienza del 12/10/2023, Presidente CIAMPI FRANCESCO MARIA  Relatore CENCI DANIELE

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