Cassazione: condanna per il padrone che non tiene a bada il cane

7 Gen

Cassazione: condanna per il padrone che non tiene a bada il cane

di A. Villafrate

Il cane di razza pericolosa deve essere tenuto al guinzaglio e indossare la museruola, se il padrone non adotta queste accortezze è responsabile per il morso dell’animale alla persona offesa

Condanna per il padrone che non riesce a badare al cane

Responsabile il padrone per le lesioni provocate dal morso del cane di razza pericolosa alla persona offesa Il padrone deve tenere a bada il proprio cane per evitare che rechi danno a terzi, tanto più se rientra tra i cani di razza pericolosa per i quali, oltre al guinzaglio, è prevista la museruola. Queste le conclusioni della Cassazione n. 46108/2022 (sotto allegata) nel respingere il ricorso dell’imputato.

Lesioni colpose per morso di cane

Il padrone di un cane viene condannato per lesioni colpose a causa del morso al gomito che l’animale sferra al gomito della persona offesa. Applicata al responsabile la pena pecuniaria di 300 euro e l’obbligo di risarcimento del danno di 350 euro poiché il morso è stato dichiarato guaribile in 6 giorni.

L’imputato però ricorre in Cassazione per contestare l’addebito della responsabilità penale sostenendo che il morso del cane è stato motivato dal fatto che la persona offesa, intenta a spazzare sulla pubblica via, aveva colpito il cane con la scopa. Si è quindi trattato di una reazione del tutto imprevedibile dell’animale causata a sua volta da una condotta anomala della persona offesa.

Al cane di razza pericolosa guinzaglio e museruola

Motivo che la Cassazione respinge dichiarando il ricorso inammissibile nel suo complesso perché l’animale, sottoposto alla custodia del suo padrone, che lo teneva al guinzaglio, avrebbe dovuto anche indossare la museruola. Il cane infatti rientrava in quelli ritenuti di razza pericolosa in relazione ai quali le accortezze del padrone dovevano ritenersi improntate all’obbligo di custodia sullo stesso e alla posizione di garanzia del detentore.

Fonte Studio Cataldi

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